La personalità musicale ed umana di “Mimo” Scarlatti, schiacciata dall’ingombrante figura del padre Alessandro, il primo operista italiano di autentica statura europea, torna ad acquisire un’inedita centralità. Oltre a riflettere sul significato di una esperienza compositiva unica nella storia della musica (l’autore di quasi 600 sonate per cembalo dedicate quasi esclusivamente ad una sola, eccezionale, allieva), il libro si pone quale punto di arrivo di tutti gli studi condotti finora sul musicista e come occasione per avviare nuovi ed originali itinerari di ricerca, che possano contribuire a sfatare antichi pregiudizi. Tutta l’esperienza artistica di Domenico Scarlatti, comprese le sue contraddizioni, può trovarsi riassunta nella celebre lettera da lui scritta al Domenico Scarlatti: musica e storia maggiordomo del re di Spagna nel 1752, cinque anni prima di morire, dove invitava il futuro duca d’Alba a voler conservare “le antiche parti sciolte” delle sue composizioni in partitura “perché molti moderni teatristi compositori, osservino e si approfittino (se però vogliono) del vero modo e della vera legge di scrivere in contrapunto, ciò in pochi oggi osservo”. 

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Descrizione

A cura di Dinko Fabris e Paologiovanni Maione
Contributi di Sheveloff J., Halton R., Maione P., Nocerino F., Lippmann F., Eckersley K., Fabris D., Lattarico J.F., franchi S., Rostirolla G., De Brito M.C., Doderer G., Dominguez J.M., Sutcliffe W.D., Fadini E., Tufano L., Hammond F., Pagano R.
ISBN 978-88-89491-12-6 | 2010

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